24 Apr 2025
Piccoli numeri in movimento è un progetto educativo nazionale che propone la prima metodologia integrata in Italia per bambini dai 5 ai 10 anni, unendo attività motorie e psicomotorie con coding e robotica educativa. L’obiettivo è sviluppare in modo armonico competenze cognitive, corporee, digitali e socio-emotive, valorizzando ogni bambino e contrastando le disuguaglianze educative nei contesti più fragili.
La metodologia si fonda su sette dimensioni del pensiero computazionale – problem solving, pensiero algoritmico, metacognizione, corporeità, autonomia, comunicazione e competenze emotive – ed è progettata per adattarsi ai diversi cicli scolastici: nel primo ciclo si costruiscono le basi del pensiero logico integrando corpo ed emozioni; nel secondo si introducono strumenti più complessi come la pianificazione; nel terzo, i bambini rielaborano in autonomia e sviluppano flessibilità e collaborazione.
Nato dalla collaborazione tra scuole, enti del terzo settore e istituti di ricerca, Stringhe ha coinvolto realtà educative a Milano, Napoli e Catania, attive in quartieri ad alto rischio di povertà educativa. La sperimentazione si è svolta sia in contesti extra-scolastici che nelle classi, con il supporto di un’équipe multidisciplinare che ha affiancato i docenti nella creazione delle Unità Stringhe.
Il progetto è promosso da un partenariato ampio: Mission Bambini (ente capofila), Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR, Fondazione Laureus, Cooperativa Stripes, Palestra per la Mente, Avanzi, insieme a scuole, enti locali e SmartGym nei territori. A supporto della sostenibilità, è in fase di lancio una piattaforma digitale dedicata a insegnanti e operatori.
Stringhe rappresenta un esempio concreto di innovazione sociale, capace di rafforzare le reti educative territoriali e costruire una scuola inclusiva, dinamica e aperta al futuro.
24 Apr 2025
è un progetto di ricerca e formazione teso a ridurre lo spreco di cibo nei refettori scolastici e incoraggiare una dieta maggiormente basata su cibi di origine vegetale (in particolare verdure e legumi). Opera coinvolgendo l'intera comunità scolastica (bambini, insegnanti e famiglie) e il territorio.
22 Apr 2025
l diritto allo studio per studenti affetti da patologie è garantito dalla Scuola in Ospedale (SiO) e dall’Istruzione Domiciliare (ID), come stabilito dalle "Nuove Linee di Indirizzo Nazionali" del 2019. Nonostante l’efficacia di questi servizi, persistono criticità che coinvolgono docenti, famiglie e istituzioni. L’ITD-CNR, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha avviato sin dagli anni ’90 numerosi progetti per favorire l’inclusione scolastica di questi studenti tramite l’uso delle tecnologie didattiche.
Tra i più rilevanti: HSH@Teacher, per la formazione dei docenti; WISE, esteso anche all’ambito universitario; TRIS e CLIPSO, che hanno introdotto il modello di “Classe Ibrida Inclusiva”, consentendo una partecipazione sincrona e quotidiana degli studenti in ospedale o a domicilio.
Queste iniziative hanno prodotto risorse e competenze utili a docenti e decisori, costituendo un patrimonio per il sistema scolastico. La ricerca prosegue con il progetto AFORDID, mirato alla progettazione dell’ID e alla creazione di un ambiente online di supporto. È nato inoltre il Centro Studi SiO, https://centrostudi-sio.cnr.it/ un hub digitale per la diffusione di esperienze, materiali e buone pratiche nella didattica ospedaliera e domiciliare.
20 Apr 2025
oncepisce il Patrimonio Culturale ‘vivente’ in senso esteso (la biodiversità agricola storica, intersecata alla naturale, e chi se ne prende cura nei secoli) e riacquisisce così quella parte di passato dinamico altrimenti non recuperabile, o non del tutto, nel tradizionale approccio di muovere “dal passato per il passato”, cioè solo tramite una catalogazione di strutture e oggetti, che fotografano una cultura in un certo periodo, sospeso nella sequenza temporale. Il gruppo di ricerca vede ciascuno impegnato nello sforzo di avvicinare proprie competenze e linguaggio in un interscambio e rilancio di dati costante e continuo, nel quale un corretto e approfondito esame, recupero e interpretazione delle fonti nell’ampio ventaglio della loro diversificazione (materiali, immateriali, delle specie e umane) è arricchito da un’informazione misurabile e codificata dell’analisi scientifica. L’idea di dare priorità alla conoscenza sviluppata da chi sta sul territorio e lo frequenta, affinando strumenti per interpretarla, reindirizzarla a livello scientifico e valorizzarla con la generazione di nuova, ha portato da subito a stabilire un’interlocuzione diretta e costante con le aziende agricole. Le azioni in campo supportano la formulazione di indirizzi di policy per il governo del territorio, basati su un uso più ampio e consapevole del bagaglio di ‘buone pratiche’ accumulato in millenni di agricoltura nelle diverse condizioni climatiche. Si procede quindi verso un ripensamento sia dei Cultural Ecosystem Services (CES), sia di un Circular Bio-Based Europe Joint programme, affinché venga esteso ad un’agricoltura contadina e ai sistemi di economia circolare attivati da essa nei secoli, oltre al pensare di riconvertire l’attività industriale.
17 Apr 2025
bani possono essere considerati come dispositivi utili ad interpretare e soddisfare bisogni sociali. Il motore che ne è alla base, identificato dalla comunità, è attivato dalle relazioni sociali che la compongono. Il dispositivo si attiva, solitamente, intorno ad una risorsa, in questo caso, uno spazio urbano, ad esempio, un immobile abbandonato, ma anche uno spazio verde lasciato incolto. Esso è reso funzionante ad opera di una comunità, formata, in genere, da gruppi di persone residenti, che decide di auto-organizzarsi (ma anche di auto-regolamentarsi) per usare la risorsa senza consumarla.
Alla realizzazione ed al riconoscimento delle pratiche di commoning, concorrono, in un sistema di governance collaborativa, nel caso Napoli, gli attori del Comune, ovvero l’Assessorato all’Urbanistica e ai Beni Comuni e l’Osservatorio sui Beni Comuni e la Democrazia Partecipativa e, di volta in volta, le singole comunità. Ovviamente, in tale contesto potranno aversi notevoli diversità, che a vario livello definiranno le specifiche comunità dei commons, caso per caso. Nei tempi più recenti, alcune di queste pratiche sono state incluse in progetti più ampi di rigenerazione urbana. In questi casi, si è aperto un intenso dibattito in materia di valutazione di impatto e di analisi del risultato delle attività poste in essere dalle comunità dei commons.
In questo ambito, le nostre ricerche hanno evidenziato un ampio bisogno di aggiornare le conoscenze che la dottrina ha finora fornito, innanzitutto per riuscire a rilevare il contributo delle variabili qualitative (fiducia, reciprocità, dono, partecipazione), sia per arrivare a stabilire categorie di valutazione omogenee e condivisibili tra gli attori della governance del progetto.