Sommario
L’espansione degli scambi commerciali di prodotti high-tech sottolinea il ruolo crescente che l’innovazione tecnologica ha assunto per la competitività dei sistemi produttivi avanzati e caratterizza ormai da quasi tre decenni i tratti dello sviluppo economico mondiale. In tale contesto, la quota italiana di esportazioni sul totale delle esportazioni mondiali di high-tech si attesta su valori inferiori a quelli registrati per il manifatturiero, collocando il paese in posizione di retrovia non solo rispetto alle maggiori economie europee, con in testa Germania, Francia e Regno Unito, ma anche rispetto ai paesi di più piccola dimensione, quali i Paesi Bassi e il Belgio. Deludente è anche l’andamento del saldo commerciale, stabilmente in deficit e relativamente confrontabile con quello della Spagna. A livello settoriale, mentre continua il declino nelle tecnologie dell’elettronica e dell’informatica, si rilevano perdite significative in quelle aree che a livello mondiale stanno mostrando maggiore potenziale di espansione (come la farmaceutica e gli elettromedicali), così come un relativo arretramento, tra le poche posizioni in attivo, si osserva per l’automazione industriale, tradizionale punto di forza della competitività italiana. Un miglioramento sostanziale della posizione competitiva dell’Italia nell’alta tecnologia potrà avvenire solo attraverso un incremento della capacità di investimento in ricerca e innovazione a fronte di una maggior presenza di filiere high-tech nella composizione del tessuto industriale. Stante l’attuale assetto, le nostre proiezioni suggeriscono che nell’arco dei prossimi quattro anni la quota di esportazioni high-tech sul totale dell’export manifatturiero dell’Italia non potrà raggiungere livelli tali da colmare il divario esistente con il resto d’Europa.