Sommario
La società della conoscenza basa sull’educazione, la ricerca e l’innovazione le proprie fondamenta. Una componente di risorse umane altamente formate e qualificate risulta pertanto essenziale per sostenere le tre parti costitutive appena menzionate.
L’istruzione terziaria è alla base della filiera e risponde a diversi principi educativi che consentono lo sviluppo di talenti da dedicare (anche) alla ricerca. Nel nostro paese gli investimenti in questa fascia di istruzione sono ancora largamente insufficienti e i livelli di scolarizzazione terziaria in Italia risultano tra i più bassi rispetto alla media dei paesi europei e sono altresì accentuati da uno squilibrio Nord-Sud ancora ampiamente da colmare.
Il tratto finale e più alto della formazione per la ricerca, il dottorato, fa riscontrare nell’acquisizione del titolo, una flessione negativa negli ultimi 5 anni in particolare nelle scienze politiche e sociali così come in quelle storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche e le scienze della terra. Le scienze mediche e l’ingegneria industriale e dell’informazione, dopo l’importante crescita negli anni 2009-’11-’13, fanno riscontrare una sensibile contrazione nel 2016. Tale fenomeno sembra indicare una disaffezione a questo tipo di formazione e costituire un problema nella composizione dei talenti per la ricerca.
Per quel che riguarda i ricercatori già in attivo nel settore della R&S si sottolinea, in linea con i principali messaggi ed azioni di policy provenienti dall’Unione Europea e dai massimi organismi internazionali, l’importanza di un maggiore coinvolgimento della componente femminile negli studi scientifici prima e nelle carriere di ricerca poi. Pur in una crescita continua del coinvolgimento delle donne nella ricerca si riscontra ancora un tasso di partecipazione relativamente basso soprattutto ai livelli alti e apicali della carriera scientifica.