Capitolo 11

Le competenze per la ricerca e l’innovazione nella scuola e nella società

Adriana Valente e Michela Mayer

Sommario

La ricerca e l’innovazione nazionali sono alimentate dalle conoscenze, abilità e competenze presenti nella popolazione. Le indagini dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sulle competenze degli studenti e sulle competenze di giovani e adulti, mostrano come l’Italia ristagni in un equilibrio centrato su livelli di bassa qualificazione: bassi livelli di abilità e competenze corrispondono a una domanda debole da parte del paese di competenze elevate e a un uso limitato di quelle esistenti, costituendo così un freno al potenziale innovativo e alla piena realizzazione di una Ricerca e Innovazione Responsabile, come raccomandato dall’UE. Nel confronto con altri paesi – i 5 paesi più popolosi della Unione Europea, insieme a Finlandia, Giappone, Repubblica di Corea e Stati Uniti – l’Italia si trova quasi sempre in posizione critica: i forti tassi di abbandono scolastico, l’elevata e preoccupante presenza di giovani esclusi da percorsi sia di studio che di lavoro (NEET – Not in Education, Employment or Training) e i livelli non elevati di competenze nei giovani e negli adulti, si accompagnano a un sistema paese che non valorizza le competenze acquisite e non stimola la riappropriazione di queste nel corso della vita. Il livello di occupazione nel mondo della ricerca è in Italia tra i più bassi in Europa e nel mondo, e i nostri giovani NEET appartengono, in percentuale più elevata rispetto ad altri paesi, a categorie con competenze medie e alte. Nondimeno, si riscontrano alcuni segni di miglioramento nel sistema educativo: gli abbandoni scolastici sono in notevole decrescita, i risultati PISA mostrano dei miglioramenti in matematica. Saranno anche le future politiche sul lavoro e sull’innovazione che potranno permettere di rafforzare, o affondare, il triangolo formazione-ricerca-innovazione.